Quando ero piccolo il mio più grande sogno era quello di diventare un calciatore professionista. Il giorno in cui l’Empoli Calcio mi ha ingaggiato avevo 13 anni. Ero molto giovane e la vita mi metteva di fronte a sfide importanti: la lontananza della famiglia, i ritiri, la scuola da conciliare con gli allenamenti. È stata sicuramente un’esperienza che mi ha formato e ha contribuito a consolidare il mio carattere. Nel 1998 qualcosa cambia. Una serie di infortuni mi hanno costretto ad abbandonare il calcio professionistico: un trauma. Grazie all’incoraggiamento di mio padre mi sono rialzato e ho cominciato ad affacciarmi nel mondo del lavoro sino ad entrare come borsista presso un’azienda. Da lì è iniziato un nuovo capitolo della mia vita.
Ho cominciato a lavorare come tecnico hardware e, proprio nel corso di questa lunga esperienza, ho conosciuto Cesare Pizzuto. Cesare è per me una figura molto importante, che va ben oltre il lavoro. Ci conosciamo ormai da diversi anni e posso dire che, oltre ad avere un ottimo rapporto lavorativo, siamo legati anche da una bellissima amicizia. Cesare ha creduto in me quando pochi erano disposti a farlo. Ha capito come valorizzare la mia professionalità, portandomi verso il ruolo che ricopro tuttora: tecnico di presidio. Si tratta di una posizione che richiede soprattutto la capacità di assumersi delle responsabilità, cosa che un tempo non ero in grado di fare. Oggi posso finalmente dire il contrario.
Amo ciò che faccio e lavoro molto. Le mie giornate sono davvero intense: ho una moglie, sono papà ma, nonostante questo, cerco sempre di ritagliare un po’ di spazio anche per me. Nel tempo libero corro oppure vado in bicicletta. D’altra parte, lo sport rappresenta da sempre un aspetto fondamentale della mia vita. Ha fatto parte del mio passato, ma gioca un ruolo altrettanto importante nel mio presente, influenzando anche il mio atteggiamento sul lavoro.
Se oggi sono come sono, una persona spiritosa, scrupolosa, ma soprattutto grintosa, lo devo anche al calcio. Non mollo mai e in azienda do tutto me stesso, cercando sempre di migliorarmi e crescere giorno dopo giorno. Sono contento di lavorare in un settore dinamico e in cui non si finisce mai di imparare, ma soprattutto mi piace far parte del mondo SMI.
Per me questa azienda non è soltanto una grande società, ma anche una bellissima famiglia. Sono orgoglioso di esserne membro e di condividere i risultati positivi con tutto il team. Quando riesco a soddisfare un cliente sento di essere felice, non solo per me stesso, ma soprattutto perché si tratta di un nuovo traguardo raggiunto da tutta la squadra.
LUIGI