Io ho sempre fatto parlare il corpo.
Inizio come ginnasta: da Torino a Roma, sempre in palestra, fino ai 15 anni.
A 17 scopro che dietro casa c’era una scuola di circo che faceva animazione.
Mi sono detta: proviamo.
Avevo già un lavoro, ma scelgo di cambiare per essere felice.
Mi piaceva alzarmi la mattina con l’idea che avrei regalato un po’ di magia ai bambini, tra trapezi, tessuti, equilibrismo e giocoleria.
A un certo punto riprendo pure ad allenarmi e a esibirmi negli spettacoli.
Ma poi la vita è quella cosa che capita mentre tu sei presa a fare altri progetti.
A 24 anni rimango incinta di Iris.
Cambia tutto: le priorità, le necessità, il corpo.
È così che nella mia vita entra SMI, praticamente insieme a mia figlia.
Avevo bisogno di un lavoro che mi permettesse di stare con lei.
Non avevo paragoni con altre imprese e mi chiedevo: cosa può fare Francesca, quale potrebbe essere il suo ruolo in un’azienda?
Poi qui l’ho capito.
Io sono una che non è mai stata accompagnata nel percorso della vita, ho sempre intrapreso strade da sola e verificato, camminando, se la direzione fosse giusta.
Ho scoperto che quello che amo fare è aiutare le persone che mi sono intorno, in qualsiasi modo.
Mi piace essere parte di un gruppo, agevolare il lavoro degli altri.
Penso al mio ruolo in SMI come all’olio che lubrifica gli ingranaggi di un motore: cerco di fare del mio meglio per aiutare i colleghi e le colleghe attraverso una segreteria organizzata ed efficiente.
Siamo una squadra e ognuno ha il suo ruolo in campo.
Ora so che anche io posso giocare il mio.
FRANCESCA RIBAUDO