“Finito gli studi ho iniziato a lavorare nel settore alberghiero e dopo qualche tempo decisi di prendere in gestione un hotel vicino l’aeroporto di Fiumicino insieme ad una collega.
Il giorno lavoravo in un hotel del centro e la sera andavo nel nostro hotel per prepararci all’apertura: è stato molto impegnativo ma era una cosa mia, che volevo veder crescere, a cui tenevo molto.
Tutto stava andando per il meglio ma dopo nemmeno sei mesi però è arrivato il Covid e così poco dopo abbiamo dovuto dire addio al nostro sogno. È stato un duro colpo, avevamo investito tanto soprattutto in tempo e impegno.
A quel punto mi sono dovuto rimboccare le maniche e ricominciare da zero in un grande studio legale, dove mi occupavo della logistica e delle necessità dell’ufficio. Ci ho lavorato 4 anni ma non vedevo prospettive di crescita all’orizzonte.
Invece io volevo crescere, approfondire, continuare ad imparare. Ho cominciato a cercare nuove strade fino a quando non ho trovato una posizione aperta nell’area logistica in SMI.
Sono in SMI da marzo e sono molto contento, qui ho trovato un ambiente fantastico, molto diverso da quelli che avevo visto prima. Dopo uno dei primi colloqui rimasi colpito dall’area Cosmico… È la prima volta che vedevo in Italia un posto così per i dipendenti! È anche un luogo dove poter scambiare due parole visto che per me è importantissimo il rapporto con i colleghi e mantenere rapporti sereni in ufficio.
In SMI mi occupo delle necessità di tutti gli uffici e Business Unit: dalle piccole esigenze quotidiane fino al supporto per le commesse dei clienti, occupandomi di tutto ciò che serve, dagli ordini delle apparecchiature tecnologiche alla gestione delle tempistiche di consegna, fino alle spedizioni più importanti come server o database con il supporto del mio responsabile.
Ho scelto SMI perché ho visto opportunità di crescita professionale e personale. È un ambiente sano, dove si tocca con mano l’attenzione che c’è verso le persone e si vede ad esempio anche attraverso la formazione che qui è finalizzata alla crescita personale, non soltanto per rispondere alle esigenze aziendali. È una cosa che non si vede in tutte le aziende.
Sono nato in Sri Lanka e sono venuto in Italia quando avevo 11 anni. All’inizio non volevo venire in Italia: la mia vita era in Sri Lanka, la mia casa, i miei amici, le abitudini…
Non è stato subito facile adattarsi, specialmente nel piccolo paesino del viterbese dove vivevo. Era il 2000 e allora non c’erano tanti stranieri ed anche in classe io ero l’unico. Poi ero molto timido quindi anche farsi degli amici non è stato immediato; più che la lingua la grande differenza è stata culturale.
Ad esempio, a quei tempi nelle scuole dello Sri Lanka maschi e femmine non interagivano tra loro almeno fino alle superiori, neanche a ricreazione: quando invece sono arrivato in Italia e ho visto ragazze e ragazzi che giocavano insieme è stato molto diverso. Poi mi sono comunque ambientato, mi sono fatto degli amici e questo mi ha anche aiutato a superare un po’ la mia timidezza.
In Sri Lanka ci sono poi tornato circa ogni 5-6 anni e l’ultima volta che ci sono tornato è stato l’anno scorso per sposarmi. Anche mia moglie è venuta in Italia quando aveva 11 anni ma ci siamo conosciuti dopo molti anni, quando ne avevamo circa 30. Quindi abbiamo fatto un rito buddista in Sri Lanka e poi una cerimonia legale qui in Italia. Già è difficile organizzare un matrimonio normalmente, figuriamoci stando a migliaia di chilometri di distanza! È stato tutto molto frenetico anche se bellissimo.
Qui in Italia la giornata è molto veloce, in Sri Lanka è invece molto lenta specialmente nelle zone lontane dai grandi centri urbani. Quando sono lì mi torna un po’ di nostalgia ma in Italia mi trovo bene e ora la mia vita è qui.”
Dimuthu