Un futuro senza smartphone in mano è vicino e possibile. Ma solo perché a sostituirlo ci saranno i nostri vestiti. A monitorare il nostro battito cardiaco saranno delle magliette, a dirci di mettere la crema solare un costume da bagno, a farci notare che stiamo correndo troppo veloce un paio di calzini. Si chiama smart clothing.
Continua la nostra serie “3 nuove tecnologie che ci cambieranno la vita” con un approfondimento che ci riporta alle sneaker autoallaccianti di Ritorno al futuro. Parte seconda. Se la volta scorsa abbiamo parlato delle batterie alimentate a CO2 e di come ci aiuteranno a combattere il riscaldamento globale (tema più che mai attuale, visti anche i contenuti dell’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico), in questa seconda puntata esploriamo un sogno che tutti abbiamo fatto da bambini: i vestiti intelligenti.
Nel giro di qualche anno, la maggior parte delle funzionalità dei dispositivi che abbiamo sempre tra le mani sarà con tutta probabilità inglobata nei capi d’abbigliamento quotidiani. Tutto o quasi, dal semplice cronometro alla visualizzazione delle mail, sarà parte integrante del concetto di smart clothing. Vediamo insieme i primi casi di successo del settore.
I leggins, per essere più precisi
Grazie a sensori aptici, che permettono il riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto, una startup australiana ha creato dei pantaloni per la pratica dello yoga in grado di correggere la postura di chi li indossa. La tecnologia riesce a identificare le varie posizioni e fornire un feedback agli utenti tramite vibrazioni delicate sul corpo.
La giacca, meglio di una app
Jacquard™ è la prima piattaforma made in Google di tecnologia digitale su larga scala creata per lo smart clothing, le calzature e altri oggetti di uso quotidiano.
Un famosissimo brand americano l’ha già sperimentata su una giacca, sulle cui maniche sono già state previste aree sensibili al tocco mediante le quali si può interagire con una varietà di servizi, tra cui app musicali e mappe. Si possono rifiutare chiamate telefoniche e ottenere indicazioni con un semplice tocco o uno swipe, senza mai metter mano allo smartphone.
Per i vestiti sempre connessi, la priorità è la salute
A breve, dunque, sensori e microchip si faranno sempre più piccoli fino ad entrare nelle fibre dei tessuti, permettendoci da un lato di rimanere sempre connessi e, dall’altro, di monitorare costantemente la nostra qualità della vita.
C’è il pigiama che aiuta la rigenerazione cellulare, il reggiseno in grado di rilevare le cellule tumorali… L’idea di un abbigliamento intelligente ci piace in primis perché unisce l’innovazione ai bisogni delle persone, ci avvicina cioè al concetto di tecnologia pensata dalle persone per le persone. In secondo luogo, perché per SMI il sogno e l’immaginazione che si fanno concreti sono uno stimolo inesauribile per raggiungere la forma migliore di noi stessi, per crescere ed evolvere. E qualsiasi ritrovato della tecnologia capace di farci sognare, per noi, vale doppio.