Ogni volta che mi fermo a riflettere su quanto l'ultimo periodo abbia modificato le nostre abitudini, mi accorgo di qualcosa di nuovo. Per esempio, il forzato distanziamento fisico (preferisco usare questo aggettivo, piuttosto che “sociale”, perché credo siano due concetti molto diversi se non opposti) ci ha fatto scordare la spontaneità di un gesto semplice come l’abbracciarsi.
Un gesto prima scontato, umanissimo, che da due anni tanto scontato non lo è più. Ecco, ripensare alla parola “abbracci” mi ha ricordato l’importanza di vivere l’attimo. Perché tutto ciò che crediamo sia al riparo, sotto la cupola di ciò che chiamiamo quotidianità, può venire turbato ed essere messo in discussione in qualsiasi momento.
Complice la filosofia portante di SMI, azienda in cui le passioni sono importanti tanto quanto le competenze, abbiamo preso l’occasione per proporre un nuovo significato a questa parola: se non ci si può abbracciare fisicamente, si può abbracciare un modo di essere. E quindi essere vicini tra persone e assomigliarsi, in qualche modo, nell’approccio alla vita.
#noisiamolasmi è l’hashtag che preferiamo. Un “noi” che tiene insieme persone che hanno abbracciato un modello di vita e degli ideali. Un “noi” che ci aiuta anche a sopperire alla mancanza di abbracci fisici, devo ammettere.
L’importanza di vivere ogni singolo attimo non è il solo insegnamento che ho tratto da questo momento storico bislacco. Il fatto di essere costretti - anche se sembra assai strano usare questa parola - a trascorrere più tempo con i nostri affetti ci ha fatto guadagnare in autenticità, in profondità. Per quanto mi riguarda, in famiglia ho bisogno di abbracci e li cerco più di prima come dimostrazione fisica di affetto e protezione.
Approfittate anche voi degli abbracci ogni volta che potete, un gesto di dare e avere che ci fa sempre sentire vivi.
Marco Dalla Chiesa