Quando mi hanno detto che questa sarebbe stata la mia parola del mese mi sono entusiasmata moltissimo. Non è un caso sia capitata proprio a me: “sorriso” è letteralmente la mia parola! Mi assomiglia. In più è il complemento perfetto a tutte le parole che sono venute prima. Cosa sarebbe il coraggio senza un sorriso? O un abbraccio? O un viaggio? Per questo mi piace così tanto, perché è un valore aggiunto a qualsiasi situazione.
Un sorriso viene compreso da tutti, non a caso è uno delle prime espressioni che l’essere umano fa! È come respirare, è un gesto ancestrale, una forma di comunicazione universale. Non conosci il babilonese? Fa lo stesso! Sorridi e vedrai che il tuo messaggio passerà comunque.
Il primo sorriso che ogni mattina faccio è quello davanti allo specchio ed è dedicato a me. Mi ci è voluto parecchio tempo per imparare a farlo, e ho lavorato molto su questa carezza mattutina. Ora sono orgogliosa dell’essere umano che sono, so volermi bene anche e soprattutto attraverso i sorrisi che mi regalo.
L’aspetto che preferisco del sorriso è che è un blob, è virale. Si presenta attraverso varie forme e lo abbiamo capito soprattutto negli ultimi anni. Traspare dagli occhi… quante volte ci siamo ritrovati ad indovinare un sorriso sotto la mascherina? Si insinua anche nella voce, però! Si capisce se una persona sta sorridendo anche al telefono, dalle vibrazioni che emana quando parla.
Da noi in SMI lo diciamo spesso: “se puoi farlo, fallo con un sorriso!”. Tra colleghi, nonostante la distanza, ogni tanto ci si sente anche solo per regalarci un momento di leggerezza. C’è poco da fare, il sorriso è terapeutico!
Lo so bene io che per canzone preferita ho “Smile” di Charlie Chaplin. A Natale la metto anche al posto di Jingle Bells. Quando la ascolto ovviamente sorrido, ma quello che sento va al di là di quello che succede sul mio volto, è più l’emozione del sorriso in sé, è come se sorridessi sotto pelle...
Laura Bresolin