Partecipare e possedere insieme; offrire ad altri il proprio sguardo.
I significati della parola “condividere” mi fanno tornare in mente la mia infanzia da figlio unico: senza fratelli è difficile esercitarsi a condividere. La maggior parte delle cose sono a tuo uso esclusivo: i giochi, le attenzioni, l’affetto.
Eppure, ricordo quasi da subito la necessità di offrire del mio ad altri, il tempo di gioco, l’amicizia e la fiducia soprattutto. Sono tutte cose che solitamente si condividono tra fratelli, tra amici, e poi da grandi, anche fortunatamente tra colleghi, come accade in SMI.
Crescendo scopri la bellezza del punto di vista dell’altro, dell’ascolto, del confronto. Credo sia questo il regalo più prezioso della condivisione. Non importa quale sia l’argomento: un film che ti fa emozionare, un libro che ti fa riflettere o un progetto che ti fa volare.
Vorrei iniziare questo nuovo anno con la parola “condividere”, per ricordare a tutti, e a me stesso, di essere consapevoli ciascuno della propria unicità, ma anche dell’inesauribile ricchezza che si ha nella scoperta dell’altro.
Stefano Tiburzi