Fenomeno di costume che coinvolge qualche nerd incallito o nuova frontiera socio-culturale mondiale? Stando ai dati non c’è dubbio: quasi 500 milioni di persone nel mondo durante il 2020 hanno assistito a un evento di eSports, senza contare il numero dei giocatori. Ma cosa sono gli eSports? Per sport elettronici si indica il giocare a videogiochi a livello competitivo e organizzato in campionati. I cyber-atleti competono per montepremi di decine di milioni di dollari, hanno un’età variabile tra i 16 e i 25 anni e i più bravi tra loro hanno fan club che li seguono sui social e li incitano durante le gare.
GLI ESPORTS IN ITALIA
Nel Vecchio Continente poche nazioni hanno la stessa nostra passione per il gaming. L’Italia è al secondo posto in Europa dopo la Spagna per numero di appassionati: nel nostro Paese 6 milioni di persone, uomini e donne, si dichiarano fan degli eSports e del gaming. E se scaviamo ancora di più, scopriamo che il 30% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 che conoscono gli sport elettronici dice di esserne interessato sia come spettatore che come giocatore. Calcio, motori, Formula E, rugby e wrestling le discipline che registrano il maggior interesse.
I giocatori italiani sono inoltre al primo posto in Europa per utilizzo dei videogiochi da mobile e di YouTube come piattaforma di streaming; siamo invece sul gradino più basso del podio per quanto riguarda l’uso di Twitch.
SPETTATORI, NUMERI DA CAPOGIRO
Per capire quanto gli eSports facciano a tutti gli effetti parte della cultura sportiva della Generazione Z, basti pensare ai numeri registrati da uno dei videogiochi più famosi al mondo, League of Legends: alla finale 2017 dei “Worlds” - equivalente di un campionato mondiale - hanno assistito circa 73 milioni di spettatori; le Finals NBA dello stesso anno ne hanno raggiunti 20, e sono state le più viste da quelle leggendarie del 1998 (per intenderci, quelle raccontate nel recente documentario Netflix The Last Dance).
UN PO’ DI ANTROPOLOGIA DIGITALE
E le abitudini di consumo? Gli appassionati di eSports ordinano spesso d’asporto (35% contro una media nazionale del 17%). Inoltre, parliamo di giovani che pagano più volentieri i servizi streaming in abbonamento rispetto alla media italiana. I social media che usano di più sono Instagram, Twitter (qualcuno diceva fosse morto?) e TikTok.
Ma la cosa che potrà interessare molto alle aziende è l’atteggiamento sorprendente nei confronti della pubblicità: il 50% dichiara addirittura di apprezzarla, soprattutto quando a essere coinvolti sono i cyber-atleti e i personaggi riconosciuti dalla community.